I fossatani sono pronti come ogni anno a immergersi e far immergere visitatori e turisti nell’ avvolgente clima medievale e a rievocare quegli statuti che per tanti secoli, e con grande precisione, hanno regolato l’antico castello appenninico. Vie, piazze e taverne si vestono a festa, diventando i luoghi ideali e caratteristici per riassaporare i gusti e i profumi del periodo. L’odore di pane caldo e carne alla brace, il fumo acre che si dipana dalle strette vie, il vino che tutto inebria e rallegra, attimi di un passato tanto lontano, ma che tutti in quei momenti hanno a portata di mano. I portaioli sanno come rallegrare l’atmosfera e rendere ognuno non spettatore ma partecipante e in quel crogiuolo di luci ed ombre, sapori ed odori, silenzi e grida si contendono l’agognato palio. La festa si apre il Venerdì con la cena dei figuranti presso i locali storici de “Le Carceri”, prologo all’Arenga;l’assemblea dei capifamiglia maschi di tutto il territorio fossatano, che ha l’importante onere di eleggere le figure amministrative del castello. L’Arenga è convocata e presieduta dal Podestà in carica e gestita dal Vicario. Le persone proposte a ricoprire le varie cariche amministrative vengono presentate ai votanti, che devono esprimere il loro consenso inserendo a scelta una fava nel “bussolo” rosso o nero. Sempre in serata si svolge la prima vera competizione fra le porte che si contendono il primato nella gara dell’arco storico. È poi l’arciere vittorioso, come da tradizione, ad accendere, con una freccia fiammante, il gigantesco “Focaraccio” in piazza Umberto I. Bagliori, scintillii e giochi di luce davvero caratteristici, fra lo scoppiettio delle ardenti braci, illumineranno l’intera piazza con le sue vetuste mura. La serata continua all’ insegna dell’allegria e della buona gastronomia nelle varie taverne delle porte dislocate per le vie del paese. Il Sabato la festa entra nel vivo dal pomeriggio con i mestieri delle quattro porte, ognuna con le proprie attività di pertinenza che vengono valutate da un’attenta commissione di storici. È possibile vedere all’ azione nelle vie e nei suggestivi locali dell’antico borgo: carbonai, pastori, tavernieri, fornai, macellai, notai, mercanti e molte altre situazioni di vita quotidiana medievale. L’intensa giornata si conclude con il corteo storico, anch’ esso giudicato dalla commissione di storici, che parte dalla chiesa di san Benedetto e giunge, attraversando la suggestive vie del centro storico, fino alla centrale piazza san Sebastiano. Domenica pomeriggio ha luogo la gara dell’antico gioco della “Cirumella”, nel parco di san Benedetto, a mettere di nuovo l’una contro l’altra le porte. A seguire il corteo storico fa di nuovo bella mostra di sé. In serata il momento cruciale della manifestazione, quando dall’antica loggia comunale, proprio come un tempo, avviene la “Publicatio Statutorum”. La pubblicazione di quei statuti, fra i più antichi dell’Umbria, pubblicati ufficialmente il 13 maggio 1386 che hanno consentito a Fossato di autogovernarsi fino al XIX sec. Di seguito l’assegnazione del palio, consegnato alla porta che ha conseguito il punteggio maggiore, frutto della somma dei punti realizzati nei giochi e decretati dai giudizi della commissione di storici. Inevitabile e sacrosanta notte di festa per i vincitori, ma anche per tutti coloro che hanno onorato la manifestazione, perché a vincere è, ancora una volta, l’intero paese e tutti quelli che per tre giorni si svestono della quotidianità per ricordare la cultura e la genuinità dei propri avi.